lunedì 21 marzo 2016

Unità, armonia e bellezza...



"Ecco quanto è bello e quanto è soave che i fratelli vivano insieme..." Sembrano parole legate ad un tempo lontano oppure ad un ideale irraggiungibile, ma non è così: sono parole vere, parola di Dio, quindi eternamente valida, che realizza quanto afferma. Se pronunciata e interiorizzata con fede, produce effetto, diviene realtà. La Parola di Dio non torna a Lui senza aver fecondato la terra del nostro cuore, i sentieri bui e tortuosi della nostra mente.... Così questo salmo, scritto secoli fa, può essere attuale, se noi lo vogliamo. 
Il mondo sta cambiando attorno a noi e dentro di noi: siamo tutti coinvolti in questa rivoluzione che tocca profondamente ogni individuo e ogni gruppo: le famiglie, le comunità religiose e laiche (famiglie carismatiche), i gruppi di amici, tutti. Come affrontiamo quanto turba il nostro cuore? Cosa accade alla visione cristiana e umana della sessualità, ai principi fondamentali del rapporto uomo-donna, alla vita consacrata in questo tempo di "guerra"? Nel Vangelo troviamo quanto è necessario per orientare la rotta e guardare alla vita e alla relazione con i fratelli, con speranza ed energia costruttiva. Non possiamo e non dobbiamo restare nell'angoscia prodotta dai nostri tempi. Nessun compromesso, disorientamento o spavento, ma un sollecito e rinnovato atteggiamento di fiducia serena nel Signore che guida la storia e indica i semi di bene presenti nella società e nella vita di tanti cristiani.
Ogni cristiano per comprendere se stesso, la sua profonda identità, guarda alla Trinità, comunione del Figlio con il Padre nello Spirito Santo. In questo sguardo alimenta il desiderio di unione a Dio e comunione con gli uomini. Il consacrato, segno visibile e testimone della fraternità universale, ricorda la meta, la nostra chiamata al servizio, alla lode di Dio, alla conferma di un'alleanza meravigliosa che Egli ha pensato per congiungere cielo e terra. Quante volte abbiamo contemplato con stupore l'arcobaleno, riconoscendolo un capolavoro naturale che affascina chiunque lo guarda... Segno biblico di questo accordo che Dio stipula con l'uomo, è pure simile ad un ponte visibile solo attraverso "sottili lacrime" di prove vissute con fede, che permettono di percepire i "colori della grazia", le sfumature dei raggi del Sole di giustizia, la Luce vera del mondo che si riaccenderà vittoriosa nella veglia pasquale. Questo ponte tra cielo e terra è percorso da Dio e anche l'uomo può percorrerlo con fede, speranza e carità. E' proposta divina per un cammino di unificazione e di unione: tutto ciò che non segue questa logica armoniosa, non viene da Dio. E ogni cuore che aderisce al suo creativo progetto di salvezza per tutti e per ciascuno, diventa anch'esso ponte attraverso il quale Dio comunica qualcosa di se stesso. Non si lede mai la dignità del fratello quando si accoglie e si ama in questo contesto di unione: unione in se stessi, unione uomo-donna, unione familiare, unione di carità nella comunità, unione di intenti nella Chiesa edificata con pietre vive: tutto diventa fecondo, generosamente generatore di vita. Il venerdì Santo sentiamo pronunciare dalle labbra del sacerdote questa preghiera: Ricordati, Padre, della tua misericordia; santifica e proteggi sempre questa tua famiglia, per la quale Cristo, tuo Figlio, inaugurò nel suo sangue il mistero pasquale. Affianchiamo a questa richiesta che la Chiesa universale farà vivendo il centro dell'anno liturgico come momento di grazia profonda per una vita da vivere in fedeltà e letizia, una frase "carmelitana" ereditata da secoli e pronunciata nuovamente oggi dalla nostra comunità che si rivolge alla comunità sutrina, in comunione di ricerca e attese: Offro a Maria tutta la comunità e la prego di custodirla con quell'amore con cui custodì il Verbo incarnato (S.M.Maddalena de'Pazzi). 

Nell'amicizia del Signore che ha sconfitto la morte, le Sorelle Carmelitane


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