domenica 13 dicembre 2015

L'AMORE INCARNATO NEL CUORE DI MARIA


Chi è chiamato a seguire Gesù più da vicino deve mettere al centro del proprio cuore la Parola di Dio, proprio come ha fatto la Vergine Maria nostra Madre che custodiva ogni cosa meditandola nel Suo Cuore. Ella è la donna che ha saputo “riconoscere le orme dello Spirito di Dio nei grandi avvenimenti ed anche in quelli che sembrano impercettibili”. (Benedetto XVI) Così Maria “metteva insieme” la Parola e gli avvenimenti come sublime esempio di Vergine saggia, e prima di concepire nel Suo grembo, Ella concepì nel Suo Cuore il Verbo.
Ogni consacrato è chiamato ad essere particolarmente “tempio di Dio” attraverso “l'ascolto”, perchè Cristo possa plasmare il cuore di lui in quell'intimo rapporto d'amore che lo conduce alla docilità e alla sapienza.
La Parola non va solo ascoltata, ma va accolta con sincerità nell'amore, quell'amore autentico che fa essere vigilanti anche alle necessità dei fratelli. Così l'occhio attento della Vergine alle nozze di Cana quando disse a Gesù: “Non hanno più vino”(Gv 2,3), ci insegna che ascoltare è mettere in pratica in modo vitale la Parola. Gesù stesso ci dice che essa deve essere praticata in modo responsabile, autentico. Il Signore vuole che il cammino spirituale sia edificato sulla roccia.
Il Vangelo quindi non può essere solo oggetto di studio, ma piuttosto è l'amore lo “studio” attento che ci traina in alto. Gesù ci insegna quale altezza dobbiamo raggiungere: “... Allora tutte quelle vergini si destarono e prepararono le loro lampade. E le stolte dissero alle sagge: Dateci del vostro olio, perché le nostre lampade si spengono.Ma le sagge risposero: No, che non abbia a mancare per noi e per voi; andate piuttosto dai venditori e compratevene.Ora, mentre quelle andavano per comprare l'olio, arrivò lo sposo e le vergini che erano pronte entrarono con lui alle nozze, e la porta fu chiusa”. (Mt 25,7-11)
L'olio di cui si parla è quell'essere “desti alla voce di Dio che parla, che apre, che conduce, che ci invita ad andare verso l'orizzonte”. E' quel far frutto di ogni situazione e scrutarla con gli stessi occhi di Dio. Soltanto l’ascolto, la pratica e la custodia della Parola creano frutti attraverso i quali ogni persona che vede il consacrato vede in Lui lo stesso Gesù.
Maria è la Vergine in ascolto che accoglie, pratica e custodisce la Parola nello Spirito incarnandola in Lei: Ella è il terreno buono capace di dare frutto abbondante. E nel terreno del Suo Cuore Immacolato ha concepito Gesù, l'ha fatto crescere, l'ha custodito con amore immenso, come perla preziosa... il loro legame non era quindi solo nella carne, ma si caratterizzava essenzialmente nel cuore e nello spirito, uno lo specchio dell'altra. Questo è l'amore che Gesù vuole per ogni Sua sposa, per ogni Suo intimo.
Ciò vale anche nel legame d'amore umano, se non è incarnato non può essere vero. Una mamma può forse amare il suo bambino solo nel pensiero? Incarnando l'amore lo nutre e gli dà vita. La donna consacrata più che mai è chiamata ad incarnare l'amore avendo questa vocazione materna in modo innato.
Quella metà del suo cuore che Dio non ha riservato a creatura, ma solo per Lui, deve essere colmata unicamente da Lui e attraverso di Lui giungere alla donazione di sé. La vera donazione ce la insegna in modo incomparabile Maria sotto la Croce: ha amato fino a donare il Suo stesso Figlio.
Anche Santa Teresa di Gesù Bambino ci dà esempio dell'amore incarnato come ci ricorda il Papa emerito Benedetto XVI: “Anche noi con santa Teresa di Gesù Bambino dovremmo poter ripetere ogni giorno al Signore che vogliamo vivere di amore a Lui e agli altri, imparare alla scuola dei santi ad amare in modo autentico e totale. Teresa è uno dei “piccoli” del Vangelo che si lasciano condurre da Dio nelle profondità del suo Mistero. Una guida per tutti, soprattutto per coloro che, nel Popolo di Dio, svolgono il ministero di teologi. Con l'umiltà e la carità, la fede e la speranza, Teresa entra continuamente nel cuore della Sacra Scrittura che racchiude il Mistero di Cristo. E tale lettura della Bibbia, nutrita dalla scienza dell’amore, non si oppone alla scienza accademica. La scienza dei santi, infatti, di cui lei stessa parla nell'ultima pagina della Storia di un'anima, è la scienza più alta"Tutti i santi l'hanno capito e in modo più particolare forse quelli che riempirono l'universo con l'irradiazione della dottrina evangelica. Non è forse dall'orazione che i Santi Paolo, Agostino, Giovanni della Croce, Tommaso d'Aquino, Francesco, Domenico e tanti altri illustri Amici di Dio hanno attinto questa scienza divina che affascina i geni più grandi?" (Ms C, 36r). Inseparabile dal Vangelo, l'Eucaristia è per Teresa il Sacramento dell'Amore Divino che si abbassa all'estremo per innalzarci fino a Lui”.

Commento alla Lettera “Scrutate”, indirizzata dalla Congregazione per gli Istituti di vita consacrata e le Società di vita apostolica ai consacrati e alle consacrate, Libreria Editrice Vaticana, 2014





Nessun commento:

Posta un commento